Backstage: intervista a Roberto Sburlati

Booking agent e Account manager: Roberto Sburlati è il protagonista del nuovo episodio di ‘Backstage’, il format di interviste alle figure del ‘dietro le quinte’ del Music Biz


Dopo l’intervista al manager e discografico Francesco Italiano la nostra rubrica dedicata agli addetti ai lavori del mondo musicale dedica il nuovo episodio di Gennaio a Roberto Sburlati.

voolcano: Ciao Roberto, di cosa ti occupi nel mondo della musica?

Roberto Sburlati: Mi occupo di booking in Vertigo, principalmente seguo le band italiane. Parallelamente coordino l’ufficio stampa musicale e faccio l’account in Libellula, l’agenzia di comunicazione, digital marketing e press che ho contribuito a far nascere una dozzina di anni fa.

v: Studio, formazione o esperienza diretta? Quale delle due per te è stata la più importante nel percorso professionale?

RS: Il mio primissimo approccio nel mondo della musica è stato quello di facchino ai concerti, dopodiché ho fatto il musicista, il local promoter, l’agente di booking, il tour manager e l’ufficio stampa. Direi che tutta la mia carriera si è basata sull’esperienza diretta. Il mio percorso studentesco è stato fondamentale per la mia formazione personale e sono felicissimo di essermi laureato, ma non mi ha fornito skills direttamente applicabili alla mia professione diciamo.

Roberto Sburlati (Vertigo / Libellula) al Reset Festival di Torino. Ph Ste Brevetto

V: Addett* ai lavori che ti ha ispirato nel tuo percorso:

RS: Mi concedo di citarne 3:

Gianluigi Porro, non esattamente un addetto ai lavori della musica, ma una figura importante della vita culturale della città di Asti. Funzionario di Astimusica e di fatto ideatore e deus ex machina del “Diavolo Rosso“, mitico club astigiano. Mi ha trasmesso il senso di gioia che deve avere chi “maneggia una materia nobile” come l’arte.

Marco Notari Giovannone, con cui ho condiviso parte del mio percorso artistico e insieme al quale è nata Libellula (una sua idea a onor del vero). Non si occupa di musica da un po’, mi fa quasi sorridere dirlo ma ammetto che il suo approccio al lavoro mi è sempre stato e continua ad essere di ispirazione.

Marcello Venturi: manager di Vertigo, da cui continuo ad imparare molto e di cui ammiro l’equilibrio tra la lucidità necessaria per affrontare questo business e la passione viscerale per la musica.

v: Tool professionale digitale che ha avuto più impatto nella tua professione?

RS: Direi google Drive, Whattsapp e la patente B.

v: In che area, a tuo avviso, un artista deve cercare di essere il più consapevole possibile tra quelle del mondo degli addetti ai lavori?

RS: Un musicista dovrebbe conoscere bene il mondo che vuole frequentare. Dovrebbe avere delle nozioni su cosa sono le edizioni e che tipo di valore possono produrre, conoscere tutti i club di musica live in Italia semplicemente perchè va a vederci i concerti, dovrebbe sapere cosa fa un ufficio stampa e un social media manager, e avere una visione manageriale del suo progetto. Tutte queste cose unite al talento, alla dedizione per la musica e a una buona dose di fortuna possono creare un’infinitesima speranza

Non è un lavoro facile quello del musicista. E’ uno dei più difficili.

Un musicista dovrebbe conoscere bene il mondo che vuole frequentare. Dovrebbe avere delle nozioni su cosa sono le edizioni, dovrebbe conoscoscere tutti i club di musica live in Italia semplicemente perchè va a vederci i concerti, dovrebbe sapere cosa fa un ufficio stampa e un social media manager, e avere una visione manageriale del suo progetto”

v: Evento musicale a cui hai partecipato e che più ti ha più ispirato nella tua professione negli ultimi anni?

RS: Senza alcun dubbio il Reset Festival di Torino, a cui partecipo ogni anno e che ogni anno mi ricorda il perché amo fare quello che faccio.

v: Quali ruoli secondo te acquisteranno sempre più importanza nei prossimi anni nel mondo della musica?

RS: Onestamente non ne ho idea…spero di scoprirlo presto in modo da potermi organizzare.

v: Un consiglio per riuscire ad ottenere un buon lavoro di squadra?

RS: Non sentirsi mai preparato, portare nel team la propria esperienza partendo dal presupposto che si ha sempre molto da imparare dagli altri.

“Per un buon lavoro di squadra consiglio di portare nel team la propria esperienza partendo dal presupposto che si ha sempre molto da imparare dagli altri

v: Un consiglio per chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

RS: Non dire mai di no quando ti propongono qualcosa finché sei giovane e puoi permettertelo. E se riuscirai a realizzarti ricordati che sono stato io a darti questo consiglio per cui non venirmi a fare le scarpe, grazie!

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