Backstage: intervista a Francesco Italiano

Manager e Discografico, Francesco Italiano è il primo protagonista di ‘Backstage’: il nuovo format di interviste ai professionisti del ‘dietro le quinte’ del mondo della musica.


Nasce ‘Backstage’, la nuova serie di interviste ad addetti ai lavori per conoscere meglio cosa si nasconde dietro i diversi ruoli del Music Biz insieme a preziosi consigli per gli artisti emergenti e per chi vuole intraprendere lo stesso percorso professionale. Oggi è con noi Francesco Italiano, Manager e Discografico

voolcano: Ciao Francesco, di cosa ti occupi nel mondo della musica?

Francesco Italiano: Mi occupo di svariate attività. Sono socio di Totally Imported srl e all’interno svolgo principalmente il ruolo di artist manager per la nostra divisione RC Waves e contemporaneamente svolgo la funzione di label manager delle mie due etichette Totally Imported e Vetrodischi (onere che divido con i miei soci Giacomo Zavattoni e Francesco Tenti). In passato però ho svolto un sacco di attività nel settore musicale: sono stato dj, promoter, press office e booking agent. Insomma le ho passate tutte.

v: Studio, formazione o esperienza diretta? Quale delle due per te è stata la più importante nel percorso professionale?

FI: L’esperienza diretta sicuramente, quello della musica è un settore fatto di dinamiche particolari che devi conoscere sul campo. Inoltre è un mondo dove il rapporto umano conta tantissimo e quello non si impara a scuola. Detto ciò però ho frequentato un master in comunicazione musicale all’Università Cattolica a Milano ed è stato molto utile. In generale direi che bisogna fare entrambe, meglio se di pari passo.

Francesco Italiano (foto di Stefano Nappa)

V: Addett* ai lavori che ti ha ispirato nel tuo percorso:

FI: Bella domanda! Non ho una figura precisa che mi ha ispirato, ma spesso quando non conosci una persona ti fai dei viaggi su di lei e al 90% quando poi la conosci ti delude. O meglio, ti rendi conto che è umana tanto quanto te con i suoi pregi e difetti. Detto ciò, anche se non parliamo di ispirazione, ci sono tante persone che però ho conosciuto e che sono stati per me delle figure paterne in ambito musicale. Una è Andrea Comi (attualmente A&R Manager di Warner) che è stato il mio primo “responsabile”, mi ha insegnato tanto ed è una persona a cui sono molto legato.

v: Tool professionale digitale che ha avuto più impatto nella tua professione?

FI: Whatsapp! lo dico ahimè con grande rammarico perché odio il “pressappochismo” da messaggio ma fa parte del gioco. Tutto si svolge su Whatsapp, anche Sanremo.

Menzione d’onore a Drive, Facebook, Dropbox, Excel e Soundcloud.

v: In che area, a tuo avviso, un artista deve cercare di essere il più consapevole possibile tra quelle del mondo degli addetti ai lavori?

FI: Direi che la consapevolezza maggiore devi averla nell’ambito dei “diritti” (edizioni, royalties, diritti d’immagine etc) perché è li che si prendono le vere fregature. Avere consapevolezza di ciò che puoi “reclamare” è fondamentale, il resto si impara.

“Per fare questo lavoro devi essere estremamente motivato perché nessuno stipendio sarà mai congruo ai sacrifici che si fanno in questo settore”

v: Evento musicale a cui hai partecipato e che più ti ha più ispirato nella tua professione negli ultimi anni?

FI: Come spettatore lo Sziget festival a Budapest, incredibile, bellissimo e avantissimo. Già nel 2014 avevano tutto cashless e incentivavano la raccolta dei rifiuti da parte degli spettatori con ricompense in denaro per chi raccoglieva immondizia nell’area festival. Poi è un festival che ha degli allestimenti e una line up incredibile. Una sera sullo stesso palco ho visto Stromae, Bonobo e Kavinsky. Per dire.

Come addetto ai lavori ti dico Sanremo, perché è una macchina davvero complessa che ti fa imparare tante cose.

Menzione speciale per il MI AMI che grazie alla ricerca e alla varietà è l’unico festival che crea tendenze in Italia insieme a C2C.

v: Quali ruoli secondo te acquisteranno sempre più importanza nei prossimi anni nel mondo della musica?

FI: Sicuramente distribuzione digitale in senso ampio del termine: penso all’importanza dello streaming e dei contenuti on-line (dai video agli NFT lo spettro è ampio) che sarà sempre più incidente. E poi penso all’ambito dei diritti che vengono creati da queste nuove tecnologie. Servono più figure di questo tipo.

v: Un consiglio per riuscire ad ottenere un buon lavoro di squadra?

FI: Mettere da parte l’ego e lavorare con la visione più ampia possibile. Se si lavora insieme si lavora meglio e ci si diverte di più. Bisogna ricordarselo.

Mettere da parte l’ego e lavorare con la visione più ampia possibile. Se si lavora insieme si lavora meglio e ci si diverte di più.

v: Un consiglio per chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

FI: Se vuoi lavorare nel mondo della musica il mio consiglio è di provare altro prima. Una capatina nel mondo “normale” secondo me è fondamentale perché quello che manca nel settore della musica è la professionalità, non intesa come competenza, ma come metodo.

Inoltre per fare questo lavoro devi essere estremamente motivato perché nessuno stipendio sarà mai congruo ai sacrifici che si fanno in questo settore. Fare un’esperienza lavorativa nel mondo “normale” ti da anche l’idea concreta di quello a cui rinunci per far questo.

Poi bisogna essere creativi perché le dinamiche che governano il settore musicale sono particolari e spesso essere creativi è la chiave per far succedere le cose.

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