Gli Invisibili: Vita da Light Designer

L’intervista al light designer Alessio De Simone che spiega come si progetta un disegno luci partendo dall’idea degli artisti fino al posizionamento sul palco.


Il dietro le quinte dello spettacolo è un mondo complesso fatto di tante figure che lavorano duramente prima, durante e dopo uno spettacolo. Tra i vari professionisti del mondo della musica troviamo il light designer che si occupa di progettare e cucire addosso al progetto musicale il disegno luci. Alessio De Simone fondatore di Trussdesign, gruppo di lavoro nel settore lighting design a 360°, ci ha raccontato il suo percorso lavorativo iniziato più di 20 anni fa. 

light design moda tour 2019
Tour Modà 2019

Voolcano: Parlaci un po’ di te, come ti sei formato e come sei arrivato a fare il light designer.

Alessio De Simone: Io faccio parte un po’ della vecchia guardia, sono arrivato giovanissimo in questo settore quando avevo 14 anni. La mia formazione è sempre stata sul campo, consiglio a tutti di cominciare così, partendo dal basso. Se hai scaricato un camion sai cosa vuol dire far arrivare tonnellate di materiale, sai quello che è utile e quello che non lo è, sai come appendere le luci e le strutture. Grazie all’esperienza sul campo si acquisiscono molte più informazioni rispetto ad uno studio o al frequentare un’università.

Come light designer spesso ci si accasa in uno o due settori mentre invece la mia esperienza è maturata pian piano. Ho avuto la possibilità di fare esperienza in tutti i settori dello show, dalle fiere alle convention, sfilate di moda, eventi negli stadi e tour musicali. A 20 anni circa ho cominciato a fare l’operatore al banco luci, creando i primi stati luminosi dapprima con l’ausilio di un “maestro” più esperto fino disegnare il mio primo palco da solo. Sicuramente oggi ci sono molte più possibilità formative, con corsi e lezioni dedicate per i light designer e con internet che risponde ad ogni domanda. Prima chi aveva le nozioni se le teneva ben strette e non ti faceva toccare le attrezzature, dovevi essere tu a rubare informazioni su come operare.

V: Sei il fondatore di Trussdesign, parlaci di questa realtà. 

ADS: Sono molto contento del progetto Trussdesign, nato nel 2006 da due persone, da me e Marco Gerli. Inizialmente lavoravamo per terzi portando innovazione nel nostro settore di lighting design. Già dal 2006 usavamo un software canadese che si occupa del disegno tecnico delle strutture, un AutoCAD dedicato al mondo dello spettacolo. In un ambiente 3D ricreavamo il palco con le esatte misure, creavamo il modellino all’interno di questo software per programmare gli show così da avere già tutto pronto una volta giunti sul palco reale. Nel 2011-12 abbiamo deciso di emanciparci ed entrare nel mercato come player acquistando pian piano nuove fette di mercato.

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IL CONSIGLIO

È un lavoro nel quale non si può fingere perché la concorrenza è fatta di persone molto capaci, ma questo spinge alla crescita e a migliorare la qualità.

Il percorso si è poi evoluto, abbiamo partecipato come partner tecnici ad un sacco di tour internazionali. Ne cito qualcuno: Elton John o il Kappa FuturFestival o il Movement Torino Music Festival. O ancora in eventi Internazionali come il National day di Macau e dell’Arabia saudita, fino all’illuminazione tricolore del ponte di Genova. Pian piano si sono aggiunti altri giovani membri che hanno ampliato il progetto, che ha un nome strano. Indica la Truss cioè quella struttura che tiene su le luci e che mantiene sù lo spettacolo. Oggi Trussdesign è un gruppo di amici, è una business unit di Doc Servizi, che si prefigge di portare innovazione e mettere al primo posto la qualità del servizio. Avendo i piedi in più scarpe abbiamo avuto la fortuna di non fermarci durante il lockdown. Se la musica e gli eventi erano fermi la tv, le grandi illuminazioni architetturali e il mondo delle installazioni artistiche hanno continuato ad aver necessità dei nostri servizi.

V: Come si sviluppa un progetto di lighting design, quali figure entrano in gioco?

ADS:  La progettazione di lighting design ha inizio dalle idee degli artisti o di altri creativi e su quelle cuciamo addosso un disegno luci. Dall’idea di illuminotecnica si valutano tutte le parti che entrano in gioco, come appendere il tutto consultando responsabili e ingegneri per capire se la struttura del palco regge il peso del progetto luci. Ci si consulta con i tecnici anche per i cablaggi e il settaggio per far funzionare l’impianto. Coltiviamo anche i rapporti con gli artisti e creativi per capire che taglio dare all’evento, perché ciascuno ha la sua storia e le sue esigenze. Noi ci prendiamo carico della gestione dell’impianto luci ma è in effetti un lavoro corale, che comprende l’immagine generale dell’evento. È un lavoro nel quale non si può fingere perché la concorrenza è fatta di persone molto capaci. Questa è una cosa positivamente perché spinge alla crescita e alla qualità.

V: Una panoramica della scena italiana e uno sguardo all’estero?

ADS: In Italia non esistono strutture per la musica, specialmente per i grossi eventi, che possono essere paragonati a quelli europei o mondiali. Le location più interessanti sono il palazzetto di Bologna o di Torino o il Forum di Assago, anche se molto datato. I tecnici italiani sono però molto forti rispetto a quelli francesi o tedeschi, questi al minimo problema convocano responsabili e dirigenti bloccano i lavori. Gli italiani invece cercano di risolvere sempre l’inconveniente nonostante i problemi strutturali delle location.

Il difetto che abbiamo noi è quello di modificare anche all’ultimo minuto per agevolare sempre il cliente che chiede rettifiche anche in tempi brevi. La facilità di assecondare richieste incredibili e last minute comporta l’allungarsi e la appesantirsi dell’orario. Noi italiani abbiamo un qualcosa in più, oltre agli studi abbiamo dalla nostra la pratica e l’arte di arrangiarsi che ci rende più forti e ci fa apprezzare all’estero. 

V: Di quali progetti di lighting design vai particolarmente fiero?

ADS: Ce ne sono parecchi, posso cominciare dalla presentazione mondiale della Ferrari Roma, gli show televisivi, le sfilate di Moda a Milano. Tutti progetti nei quali io e tutti i ragazzi di Trussdesign investiamo tanto tempo in ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda la musica sono stato assente per qualche anno, concentrando le mie forze sulla crescita del gruppo Trussdesign. Negli ultimi periodi sono arrivate parecchie soddisfazioni con Achille Lauro e i Modà. Per me è stato un riconoscimento molto grande che mi ha dato la giusta carica per affrontare al meglio queste belle sfide.  Ringrazio le persone che mi hanno dato la possibilità di emozionarmi con queste stupende produzioni e spero di poterle rivivere al più presto.

V: Crisi economica e conseguenti ricadute che questa nel mondo dello spettacolo, quali falle ha il lighting design sotto questo aspetto?

ADS: Noi non siamo invisibili, non siamo solo persone che appaiono e scompaiono prima e dopo il concerto. Noi tecnici dello spettacolo siamo una famiglia, quando si è in tour cambiano i membri ma si combatte insieme. Fortunatamente stanno nascendo diverse realtà con la finalità di far conoscere alle istituzioni e all’opinione pubblica la reale situazione del nostro comparto, i problemi e le paure che molte famiglie sono costrette ad affrontare in questi mesi. ‘Bauli in Piazza’, ‘Squadra live’ e molti altri gruppi autonomi si stanno muovendo verso questa strada. Mi auguro che si trovi un unico interlocutore per poter trattare questi argomenti con il governo e le altre parti coinvolte.

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