Backstage: intervista a Ermanno Becchis

Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Backstage’: il protagonista di oggi è Ermanno Becchis di Soundreef


Dopo l’episodio con Massimo Bonelli torna la nostra rubrica dedicata agli addetti ai lavori del mondo musicale con ospite Ermanno Becchis, punto di riferimento in Soundreef, nuova e innovativa società di collecting di diritti d’autore.

voolcano: Ciao Ermanno, di cosa ti occupi nel mondo della musica?

Ermanno Becchis: Sono specializzato nella gestione dei repertori musicali, relativamente all’ambito dei diritti d’autore. Aiuto autori ed editori ad ottenere il massimo dai loro brani, tramite la lettura dei dati forniti dalle tecnologie oggi disponibili.

Queste attività le svolgo da più di 5 anni per Soundreef, Collecting Society, che è stata in grado di cambiare molti schemi legati ad una situazione di ex-monopolio.

v: Studio, formazione o esperienza diretta? Quale delle due per te è stata la più importante nel percorso professionale?

EB: In ambito musicale la formazione è generalmente connessa alle esperienze dirette. Si fanno esperienze sul campo, nel bene o nel male.

Io penso però che l’Università sia la scelta da fare prima di affrontare qualsiasi percorso lavorativo. 

Lo studio alla base di una professione è fondamentale, specialmente oggi, dove le mansioni necessitano di qualità lavorative specifiche.

Ermanno Becchis (Soundreef)

v: Addett* ai lavori che ti ha ispirato nel tuo percorso:

EB: Difficile individuare una persona sola. Quando ero piccolo passavo le ore a guardare MTV, ascoltare la radio e comprare i dischi.

Da qui, leggevo e traducevo, se stranieri (grazie Spotify Lyrics!), i testi degli artisti che ascoltavo.

Forse sono direttamente gli autori e i compositori le persone che mi hanno ispirato di più; se non avessero scritto e composto le canzoni che ho ascoltato/ascolterò non mi sarei mai interessato e poi legato a questo mondo.

v: Tool professionale digitale che ha avuto più impatto nella tua professione?

EB: Excel e Whatsapp vincono per frequenza di utilizzo. Nel mio lavoro però utilizzo molti altri tool per la gestione e l’analisi dei dati.

Ad esempio c’è un software di monitoraggio, integrato in account avente diritto Soundreef, che ti permette di consultare, praticamente in tempo reale, le utilizzazioni Radio/Tv su 26mila broadcasters nel mondo.

“Sempre leggere quello che si firma. Prima regola, di vita se vogliamo”

v: In che area, a tuo avviso, un artista deve cercare di essere il più consapevole possibile tra quelle del mondo degli addetti ai lavori?

EB: Sempre leggere quello che si firma. Prima regola, di vita se vogliamo.

La parte della gestione delle quote autorali/editoriali è spesso messa da parte, ma quando è seguita bene da molte soddisfazioni (anche in termini economici).

In molti casi, noto una mancanza di consapevolezza per quanto riguarda il deposito delle Opere musicali.

Spesso vengono depositate dopo mesi dalla pubblicazione, il che può portare problemi nella rendicontazione.

v: Evento musicale a cui hai partecipato e che più ti ha ispirato nella tua professione negli ultimi anni?

EB: In Italia, sono un fan del Beaches Brew Festival. E’ una formula magica a mio avviso. Se ti piace stare all’aperto, in questo festival hai un campeggio enorme di fianco al venue Hana Bi, in cui si tengono concerti sulla spiaggia. 

Basterebbe già questo, e invece si sono spinti più in là, mantenendo l’ingresso gratuito e costruendo negli anni un’affluenza di pubblico estero notevole. 

All’estero, il corrispettivo indoor è Le Guess Who Festival a Utrecht: qui trovate un’organizzazione in pieno stile nordico al Tivoli Vredenburg, venue gigantesco su più livelli, in cui letteralmente perdersi tra un live e l’altro.

Ci sono anche altri venue coinvolti e degni di visita, ma strutture come il Tivoli sono veramente all’avanguardia. Qualità dell’acustica molto sopra la media.

Entrambi i festival hanno una direzione artistica veramente ricercata e mai scontata. La scelta di spaziare tra i generi musicali è anche vincente.

v: Quali ruoli secondo te acquisteranno sempre più importanza nei prossimi anni nel mondo della musica?

EB: Penso al ruolo del manager dell’artista, e più in generale alla capacità di leggere ed interpretare i dati da parte della persona vicina all’artista. 

In generale chiunque in futuro riuscirà a sfruttare al massimo i dati di cui oggi la musica dispone, avrà la possibilità di sviluppare meglio la sua carriera. Questo lo può fare un manager, ma a volte direttamente l’artista stesso.

Penso anche al ruolo della creatività, intesa ampiamente come corpo astratto e applicata agli artisti. La creatività è un elemento che viaggia a braccetto coi dati, in costante ricerca di un equilibrio. 

Qualsiasi creativo si sta già ritagliando, potenzialmente, un ruolo importante per gli anni a venire.

v: Un consiglio per riuscire ad ottenere un buon lavoro di squadra?

EB: Mantenere un buon livello di comunicazione tra colleghi e collaboratori. Senza comunicazione nascono malintesi e la macchina si inceppa.

v: Un consiglio per chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

EB: Informarsi e studiare ciò che ti interessa, uscire di casa per concerti o eventi, e conoscere persone nuove.

Segui Ermanno su IG: @ermannobecchis

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