Backstage: intervista a Antonia Peressoni

Ufficio Stampa, promozione e comunicazione: abbiamo intervistato Antonia Peressoni, la nuova protagonista di ‘Backstage’, il format di interviste alle figure del ‘dietro le quinte’ del Music Biz


A Gennaio Roberto Sburlati ci ha raccontato il suo percorso da Booking Agent, è ora il momento di Antonia Peressoni, la nostra nuova protagonista di Febbraio:

voolcano: Ciao Antonia, di cosa ti occupi nel mondo della musica?

Antonia Peressoni: Ciao a tutti. Sono un ufficio stampa che da oltre 15 anni si occupa di promozione e comunicazione discografica ma anche live. Lavoro con l’ufficio stampa Sfera Cubica con il quale ho seguito e seguo diversi artisti (Federico Poggipollini, Roberta Giallo, Murubutu, UNA, Pino Marino, Beatrice Antolini) e con diverse etichette da INRI a Pioggia Rossa Dischi. Seguo la promozione di Festival come OLTRE e Siren Festival. Sono la responsabile comunicazione/promozione del CAP10100 di Torino. 

v: Studio, formazione o esperienza diretta? Quale delle due per te è stata la più importante nel percorso professionale?

AP: Devo dire che nonostante abbia una Laurea Triennale in Relazioni Pubbliche con indirizzo pubblicitario, quello che ho imparato fin dall’inizio è stato soprattutto con l’esperienza diretta. Subito dopo aver conseguito la laurea ho iniziato con uno stage in Mescal e dopo un paio di mesi sono entrata nello staff. Un’esperienza tanto formativa quanto performativa. E anche ora, a distanza di tanti anni, l’esperienza sul campo è ciò che maggiormente mi arricchisce dandomi modo, giorno dopo giorno, di imparare qualcosa di più sul mercato musicale. 

Antonia Peressoni (Press Agent) al Siren Fest

V: Addett* ai lavori che ti ha ispirato nel tuo percorso:

AP: Una persona che mi ha insegnato molto, nonostante all’inizio non sia stato per nulla facile, è stata Manuela Longhi, storico ufficio stampa della Mescal. Manuela mi ha insegnato un metodo di lavoro che ancora oggi utilizzo.

Un metodo ma anche un’attitudine in un ambiente di lavoro che, troppo spesso, non viene considerato tale ma che, invece, ha bisogno di tempo, dedizione ed organizzazione. 

v: Tool professionale digitale che ha avuto più impatto nella tua professione?

AP: Sono vecchia scuola e, a mio avviso, le email ed il telefono, usato per telefonare, sono gli strumenti migliori per il mio lavoro. Indubbiamente Drive, Mailchimp, Dropbox e Wetransfer agevolano lo scambio del materiale promozionale, così come una comunicazione rapida e diretta. Ciò che però maggiormente aiuta è il vis a vis che siano appuntamenti o più semplicemente chiacchierate nei backstage di eventi.

v: In che area, a tuo avviso, un artista deve cercare di essere il più consapevole possibile tra quelle del mondo degli addetti ai lavori?

AP: Non credo ci sia un’area in cui essere più consapevole di un’altra. L’importante è sempre conoscere il più possibile la materia o potersi appoggiare ad addetti ai lavori affidabili a cui chiedere consulenza. 

Penso soprattutto a ciò che appartiene al mondo dei diritti (autoriali, editoriali, connessi, ecc.) o amministrativi/contrattuali

“Trovo molto stimolante lavorare per i festival musicali. Un festival è tutto ciò che avviene prima: la programmazione, le strategie, il fundraising, le relazioni con partner e amministrazione e dopo un tot di mesi lo puoi toccare con mano, prima vedendo l’allestimento e poi vivendo tutto ciò che succede sopra e sotto il palco”

v: Evento musicale a cui hai partecipato e che più ti ha più ispirato nella tua professione negli ultimi anni?

AP: Non c’è un evento specifico, sicuramente trovo molto stimolante lavorare per i festival musicali

Un festival è tutto ciò che avviene prima: la programmazione, le strategie, il fundraising, le relazioni con partner e amministrazione e dopo un tot di mesi lo puoi toccare con mano, prima vedendo l’allestimento e poi vivendo tutto ciò che succede sopra e sotto il palco. 

Anche con il CAP10100 trovo tanti e diversi stimoli, la mia collaborazione infatti non si riassume solo nel ruolo di “comunicatrice” ma, anche e soprattutto, di relazioni pubbliche creando collaborazioni e reti collaborative, proponendo eventi ed iniziative per poi organizzarli con il resto dello staff.

v: Quali ruoli secondo te acquisteranno sempre più importanza nei prossimi anni nel mondo della musica?

AP: Tutto il comparto “live” resta e deve restare un punto cardine del mercato musicale

La musica non solo la si ascolta ma la si vive, diventa quasi un rito collettivo.. proprio per questo ritengo che, ancora di più con la pandemia, debba essere un settore incentivato e tutelato; un settore in cui nascano sinergie tra chi vende e chi acquista una data e non divisioni. 

Negli ultimi anni è cresciuto molto tutto ciò che rientra nella definizione di “marketing” della e nella musica. Qualcuno potrebbe storcere il naso ma, oramai, trovo imprescindibile che nella musica si faccia marketing e che lo si “sfrutti”. L’importante è che non ci sia solo marketing, non dimenticandosi che la musica prima di essere prodotto è una forma d’arte.

v: Un consiglio per riuscire ad ottenere un buon lavoro di squadra?

AP: Un lavoro di squadra si fa con l’ascolto, l’organizzazione ed il rispetto dei ruoli anche quando questi possono risultare poco definibili. Personalmente credo che buona parte del settore musica sia una squadra grandissima che a volte lavora compatta, ascoltando tutte le sue parti e altre volte, purtroppo, dimenticandosene.

“Credo sia fondamentale l’ascolto ed il rispetto di chi ha già esperienza ma, contemporaneamente, è importante proporsi e proporre

v: Un consiglio per chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

AP: Oggi credo che per certi versi sia più facile e per altri più difficile iniziare un percorso lavorativo all’interno del settore musicale.

Per diventare ufficio stampa suggerisco di iniziare con uno stage che sia all’interno di un’etichetta discografica o un major così come all’interno di un ufficio stampa stesso; iniziare a impratichirsi all’interno di realtà strutturate (così com’è stato per me) permette di capire i meccanismi, i tempi ed i linguaggi dell’ambiente musicale. 

Credo sia fondamentale l’ascolto ed il rispetto di chi ha già esperienza ma, contemporaneamente, è importante proporsi e proporre. 

La musica è un lavoro e può e deve essere ogni giorno più stimolante.

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